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La Tecnica Classica
E' la prima tecnica che ho appreso dalla mia amica Mariella e con la quale ho realizzato diversi pezzi, che hanno riempito la casa mia e dei miei parenti. Erano oggetti graziosi, anche se - visti con gli occhi di oggi - hanno un look un po' naif.
Uso ancora questa tecnica, che nel frattempo si è fatta più elaborata, alternandola alla miniatura e all'olio molle; la scelta è in funzione soprattutto del soggetto e dell'effetto che voglio ottenere. Uso questa tecnica soprattutto per riprodurre paesaggi o alcuni decori floreali.

La Miniatura con i colori all'acqua
Amo tantissimo questa tecnica, soprattutto per dipingere i fiori.

Innanzi tutto, si usa l'acqua come diluente del colore, il che vuol dire lavorare in un ambiente inodore. Inoltre, si possono riprodurre i minimi dettagli di fiori e foglie, mettere in evidenza le loro micro nervature e si può ottenere un effetto tridimensionale. Il fiore qui accanto ne è un esempio.
I colori si possono rigenerare e quindi non vi è spreco.
E' una tecnica che va in controtendenza rispetto alla tecnica classica o a quella dell'olio molle, in quanto il colore di base viene steso molto chiaro e poi si aggiungono le tinte scure per dare le ombre, le quali per contrasto mettono in evidenza la luce.
Si tratta comunque di una tecnica molto minuziosa e come tale piuttosto lunga: è quindi .... per chi ha pazienza!


Olio Molle
E' l'ultima tecnica acquisita in ordine di tempo. Avvicinandomi ai maestri di scuola brasiliana, sempre nella volontà di conoscere e sperimentare il nuovo, mi sono messa in gioco cimentandomi anche in questa tecnica.
Per me, questo tipo di pittura rappresenta un po' il "cavallo di Troia", per apprendere da questi Maestri, che lavorano esclusivamente a olio molle, altri segreti, movimenti, uso del colore, tecniche, prodotti.
L'olio molle consente al colore di non asciugarsi se non in cottura, pertanto si può provare e riprovare sul pezzo all'infinito, fino ad ottenere il risultato voluto; per contro è facile che ci si confronti con la spietata regola del tre, vale a dire la prima pennellata abbozza, la seconda aggiusta, la terza rovina....E' necessario avere la mano molto leggera per sfumare molto bene il colore, senza toglierlo del tutto.

I lustri
Sono la mia grande passione, per la particolare luce metallica che conferiscono al pezzo, confondendo lo smalto di base. Inoltre, alla stesura sono tutti uguali e soltanto dopo la cottura si potrà vederne l'effetto.
La combinazione tra lustri poi, essendo questi prodotti a forte connotazione metallica, sconvolge completamente la tavola colori che noi conosciamo, poiché la tinta risultante dipende dalla reazione dei componenti chimici del lustro stesso sotto l'effetto del calore. Il barattolo qui a lato è realizzato giocando soltanto con oro e lustri.
Il lustro per me è un grande fondo, le pieghe di un ricco vestito, i petali di un fiore.
Sfruttando più cotture, sopra o sotto il lustro si può dipingere.
Quasi tutti i pezzi che faccio secondo il mio gusto e senza... tener conto dei costi prevedono la comparsa del lustro.


Le tecniche miste
E' la combinazione di due o più tecniche. Quasi tutti i miei pezzi, propongono almeno due teniche, oltre ai lustri, amo l'oro, sovente delineato con il pennino, ma anche giocare con scavi e rilievi, incastonando vetri prefusi (onde evitare che si rompano in cottura).
La scatola qui accanto, molto astratta, gioca appunto su questi temi, con un risultato molto originale e moderno.
Da sottolineare ancora l'uso frequente del sottoro perlescente, magnifico prodotto da incidere per ottenere l'effetto pizzo e che può essere, una volta cotto, ricoperto di oro o di platino, ottenendo un meragiglioso effetto lucido - satinato.

La "Cuerda seca"
Anche questa è una tecnica molto lunga da realizzare e richiede pazienza e precisione.
Si lavora sul biscotto di terracotta, maiolica o porcellana. I colori sono di fatto degli smalti colorati, che in cottura a temperature molto elevate (circa 950° - 980° gradi) fondono distribuendosi sulla ceramica e assumendo colori molto luminosi, che contrastano con l'opacità del supporto.
I risultati sono lavori molto naif, ma molto vivaci. Il primo pezzo in cui mi sono cimentata, tanto per rimanere fedele alla mia tendenza di cominciare subito dal grande e complesso , è stato un vassoio enorme con tanti fiori, anche per poter avere una visione della gamma dei colori quanto più completa possibile. Così iris, margherite, papaveri, non-ti-scordar, violette, primule e campanule si sono ritrovati a combinarsi in un tripudio di colori.


La Pittura sotto smalto

Anche questa è una tecnica piuttosto lunga da realizzare, sebbene molto meno della cuerda.
E' la tecnica che riprende i principi di decorazione dei maestri ceramisti del rinascimento.
Si lavora sul biscotto di maiolica o porcellana (quindi su pasta bianca). I colori sono pigmenti solubili in acqua, pertanto è una pittura pulita e inodore. Consente tutte le sfumature possibili, dall'effetto acquerello al colore pieno. Infatti, l'intensità del colore deriva sia dal pigmento sia soprattutto dall'intensità con cui viene posato sul pezzo: più il colore è diluito e più avremo una tonalità chiara, meno è diluito e più il colore risulterà intenso; occorre tuttavia porre attenzione per evitare eccessivi accumuli di colore, che creano sgradevoli spessori.
Dopo la decorazione, il pezzo viene smaltato con cristallina trasparente (che darà lucidità ai colori) e cotto a temperature superiori ai 900°.
Il risultato che si ottiene è una pittura molto luminosa, che esalterà soggetti medioevali e rinascimentali.


La tecnica Raku

Le origini di questa tecnica sono molto antiche e - nonostante quello che il nome possa far immaginare - sembra che trovino radici addirittura presso il popolo etrusco.
Per me è un gioco, una giornata estiva da trascorrere all'aperto (è impensabile infatti poter realizzare questa tecnica in appartamento). Si usa un materiale semirefrattario, molto duro e resistente soprattutto ai grandi shock termici cui è sottoposto.
Si decora l'oggetto con smalti e ossidi metallici, più o meno diluiti e si cuoce a oltre 900°. Portato il forno a temperatura, si toglie subito il pezzo (senza attendere per ore che la temperatura nel forno si abbassi lentamente sino alla temperatura ambiente) e lo si getta per qualche istante in un mucchio formato di un misto di segatura, sabbia e carta, soffocando per sottrazione di ossigeno le piccole fiamme che si producono per autocombustione. Dopo di che, l'ggetto viene temprato in acqua fredda.

Il risultato è sempre una sorpresa, poiché la resa e la tonalità dei colori dipende dalla temperatura e dal tempo di permanenza nelle varie fasi di lavorazione: dove il pezzo non è smaltato rimane di un colore nero opaco, come la lava.
Non amo molto questo modo di decorare la ceramica, in quanto non si riesce a prevedere e dominare il risultato; debbo riconoscere però certi effetti metallici quando riescono sono veramente affascinanti.

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